Bernhard Schobinger presents Kimiaki Kageyama
Solo exhibition / 17.5–19.7 2025
Galleria Antonella Villanova
Bernhard Schobinger ha con il Giappone un rapporto profondo: da lungo tempo vi trascorre molti mesi all’anno e lì insegna e tiene workshop in diversi istituti.
I giapponesi definiscono con il termine Wabi-sabi una visione del mondo e dell’estetica, fondata sull'accettazione della transitorietà, sulla bellezza dell'imperfezione delle cose. Tale visione caratterizza spesso il lavoro di Schobinger, le cui opere all’apparenza imperfette (pezzi di vetro, scarti metallici, oggetti ritrovati) sono tuttavia belle, laddove per bellezza si intende la contaminazione fra Wabi-sabi e bellezza nella sua accezione occidentale.
Proprio per la sua profonda conoscenza del Giappone e della sua cultura, la galleria ha chiesto a Bernhard Schobinger di presentare il lavoro di Kimiaki Kageyama, uno dei maggiori maestri orafi giapponesi.
I gioielli di Kimiaki Kageyama, piccole foglie, rami, anelli adornati di perle, sono caratterizzati dall’uso dell’urushi, una resina estratta dalla pianta che porta questo nome.
Utilizzata circa 5500 anni fa per adornare le armi da guerra e da caccia, fu nel VI secolo D.C. usata dai monaci buddhisti per decorare statuette in legno e a partire dal 1400 per restaurare ed impreziosire materiali come la porcellana, i metalli e i tessuti.
Insieme all’urushi, adornano alcuni degli anelli presenti in mostra le perle Akoya, famose per la straordinaria lucentezza, coltivate nel mare del Giappone per la prima volta alla fine dell’800. Le perle e l’urushi svelano il legame fra Kimiaki Kageyama e l’antica tradizione del suo paese di origine ed esprimono l’attenzione della cultura giapponese per la fragilità e la preziosità delle cose del mondo. Foglie ed esili rami estremamente realistici divengono spille e riportano immediatamente alla nostra memoria i disegni floreali delle stampe giapponesi, piene di malinconica dolcezza.
Artists
Kimiaki Kageyama